-…Daii amore alzati, poi fai tardiii!!
Mia mamma mi sta urlando dalla cucina, ma il mio letto è geloso e mi vuole tutto per sé, difficilmente mi lascia andare. Apro gli occhi e vengo invaso dalla luce, solo luce e richiudo immediatamente. Davanti alla scrivania noto però Acqua che mi sta preparando la cartella con tutti i libri cattivi che non voglio toccare. Si avvicina, mi riempie di baci e mi aiuta a staccare dai comodi tentacoli del letto.
Ci prepariamo e ci diamo uno sguardo allo specchio. Lei è un pochino più alta di me, ma io sono più bello, lo dicono tutti!
Scendiamo, mamma ha preparato la colazione con le cose che preferisco. Ogni mattina i dolci che prepara la mamma mi spronano a lasciare il letto più volentieri. Oggi sul tavolo ho trovato una brioscia alla crema, l’ho addentata e sono naufragato in quel mare di crema pasticciera che mi ha riempito prima le labbra, poi la bocca ed infine è arrivata al naso. Ad Acqua invece piace il pane con la Nutella, ne va pazza, ne mangia anche quattro fette di fila da sola.
Mamma dà un bacio a entrambi e poi va al lavoro, noi prendiamo i nostri zaini e ci incamminiamo verso la fermata dello scuolabus. È bello camminare la mattina in qualsiasi stagione, ma io sono innamorato della primavera; tutti gli alberi sono colorati, pieni di fiori che appesantiscono sì i rami, ma che allo stesso tempo rendono più felici e quando il vento li smuove sembra una danza con odori e suoni che ti illuminano gli occhi. Mi piace camminare, soprattutto con Acqua. Siamo affascinati dalla natura, dai rumori della mattina, dagli uccellini che pigolano e cantano, dai cani che si danno il buongiorno, dai gatti dormiglioni che si rigirano nell’erba fresca della mattina.
L’autobus sta arrivando, è percepibile dal rumore che lo precede, così giallo, con le urla dei bambini già iperattivi di mattina. Io mi sdraierei qui sull’erba e rimarrei a contemplare il cielo, il movimento delle nuvole e il suono del vento che smuove le foglie. Saliamo e ci sediamo, io vicino al finestrino e Acqua accanto, anche se spesso poi finisce in braccio a me per l’affollamento. Durante il tragitto guardo sempre fuori, sogno, guardando il panorama.
Sogno il mare dove io e Acqua possiamo passare le giornate sulla spiaggia a nuotare, mentre la mamma ci guarda dal terrazzo di una casetta sulla riva, leggendo uno di quei brutti libri che tempo fa piacevano anche a me. Circondati dal verde delle colline e dal blu del mare sarebbe come vivere dentro ad un quadro; mi sembra di essere lì, con la brezza che mi rinfresca la pelle e che mi procura qualche brivido. Quella pace, solo io, Acqua e mamma.
Ritorno alla rumorosa realtà. Siamo a scuola. Entriamo. Suona la campanella e Acqua tira fuori dalle cartelle i suoi e i miei libri, perché a lei non fanno niente, perché di lei hanno paura. Non ho più intenzione di toccarne nemmeno uno, perché una volta il mio libro preferito, mentre lo stavo leggendo, mi ha morso, giusto perché gli andava. E’ così che quel giorno ho conosciuto Acqua, perché è venuta a salvarmi. Mentre il libro mi aveva afferrato il labbro con quella copertina rigida e dura, lei ha fatto scappare tutte le parole dai fogli di carta e ha ridotto a un cartone bagnato quella copertina tanto fiera. Il libro, disperato, si è messo a piangere e ha gocciolato inchiostro per un’ora abbondante. Da allora Acqua è la mia migliore amica e lei tocca tutti i miei libri. Io mai.
Sto aspettando l’ora della ricreazione, non vedo l’ora di mangiarmi quel pezzo di schiacciata soffice, quei chicchi di sale che scrocchiano sotto ai denti e quell’olio che mi inumidisce le labbra e rende la schiacciata ancora più succulenta. Amo di più, però, la fine della giornata scolastica. Mi piace stare a scuola, ma l’energia liberatoria che dà la campanella che suona alla fine delle lezioni, quando tutti i miei compagni chiacchierano, ridono tra di loro e si fanno gli scherzi, è una gioia. Io e Acqua ci divertiamo sempre un sacco a decidere quale parte della scuola ci fa ridere di più.
Oggi mamma, quando siamo montati in macchina, ci ha dato una notizia super mega bellissima, tanto bella che non riesco a stare seduto sul sedile. La cintura fa fatica a tenermi legato, non riesco a smettere di cantare, mi fa male il viso da quanto sto sorridendo, sono emozionatamente felice. Io, mamma e Acqua stiamo andando al mare. Non vedo l’ora di toccare l’acqua, di farmi sorreggere, di farmi accarezzare la pelle e di immergere la testa in quel silenzio blu pieno di vita.
Mio papà non c’è, non lo vedo da un po’. L’ultima volta stava discutendo con la mamma e si è arrabbiato anche con me. Io stavo leggendo il mio libro preferito e lui me l’ha strappato di mano e me l’ha lanciato sul viso, facendomi sanguinare il labbro, niente di grave.
Fra poco saremo al mare, solo io, mamma e Acqua.
Questo racconto è stato scritto dall’autore durante il corso di Scrittura Creativa de Il Melograno, condotto da Marco Caponera.