Il piano americano nella fotografia: le origini, il significato e il suo contributo nel cinema

Il Melograno | 19 Agosto 2021
piano americano

Per quanto riguarda lo studio del piano americano in fotografia, si deve partire dall’idea di inquadratura, ben esplicitata dalla definizione dell’Enciclopedia Treccani. Il suo contenuto si applica allo spazio, al tempo, all’estetica, senza mai tralasciare lo sguardo attento e creativo del fotografo.

Si parla di piano nel momento in cui l’inquadratura s’incentra su dei soggetti, mentre si definisce campo quella situazione in cui è l’ambiente a prevalere. Il Piano Americano, così definito in fotografia e molto utilizzato nel ritratto fotografico, è uno specifico tipo di inquadratura.

La fotografia con piano americano, in inglese Cow-boy shot, prevede l’impostazione di un’inquadratura che va dalle ginocchia alla testa, con l’aggiunta di una porzione di spazio al di sopra del soggetto in questione.

In riferimento al ruolo del piano americano nel ritratto fotografico, si può affermare che in questo caso il volto non è più il vero protagonista della scena, ruolo che ora viene occupato dal corpo.

Il piano americano in fotografia e il suo significato

Il piano americano è da ritenersi un tipo d’inquadratura movimentata, caratterizzata da un buon dinamismo e impiegata tipicamente nei film western, che consente di coordinare in uno stesso momento più soggetti.

Il personaggio principale della foto è posto in piano americano, mentre l’ambiente limitrofo ricopre un ruolo decisivo. Nella fotografia con piano americano, a differenza di quella dalla più ristretta visuale, l’inquadratura si amplia e per questo motivo diviene più dinamica.

Il legame con il cinema western è evidente, anche se limitante se considerata in senso troppo restrittivo: è indubbia la contemporaneità del primo utilizzo del piano americano con la nascita del genere western nei primi trent’anni del ‘900.

Di base, questo tipo di scatto, a differenza del ritratto fotografico, consente di inquadrare contestualmente sia il volto che la custodia dell’arma del bandito, instaurando un rapporto con la scena fluente e continuo.

Ciò nonostante, non ci si deve affezionare esclusivamente al rapporto fra la foto con piano americano e il cinema western, poiché un risultato di questo genere è ottenibile anche con un’inquadratura a figura intera.

Nondimeno, scattare una foto a figura intera comunica uno spirito differente e ha un imprinting diverso per chi fotografa e per chi guarda, poiché richiede che ci si allontani dal soggetto protagonista, dalla sua emotività: il piano americano, invece, ha lo scopo di unire la descrizione dell’azione di un individuo, con una vicinanza tale da contenerne anche l’emotività del viso.

Un esempio, probabilmente il più celebre e funzionale a spiegare il significato della fotografia con piano americano, è quello di Clint Eastwood ritratto nel capolavoro di Sergio Leone Per qualche dollaro in più, del 1965. Essenziale ed emozionale allo stesso tempo.

Il piano americano nel cinema

Il legame fra il piano americano e il cinema western è, come già accennato, molto evidente, ma le ragioni vanno principalmente inquadrate nel contesto storico originario. La concezione dell’inquadratura è ricompresa nel considerevole insieme di cambiamenti innovativi provenienti dal ruolo di precursore di David Wark Griffith nel cinema americano.

La connessione con il genere western è intuibile già nel 1908, con il cortometraggio For Love and Gold, ma non deve limitare la fotografia con piano americano all’esclusiva sussistenza grazie al mondo del cinema.

Di nuovo, una testimonianza dell’esistenza e dell’utilizzo del piano americano nella settima arte già dai primi del Novecento la ritroviamo nello storicissimo The Birth Of A Nation del 1915, (Nascita di una Nazione) dello stesso Griffith, dove il connubio fra azione ed emozionalità è già evidente.

Il piano americano si rende utile per la sua particolare tecnica volta a raccontare l’azione fra più personaggi, con il tipico taglio alle ginocchia affiancato all’espressività dei volti, senza tralasciare il congelamento del dinamismo dell’azione.

Il piano americano, a prescindere dal genere cinematografico in cui viene impiegato, realizza il desiderio di raggiungere un compromesso fra corpo ed emozioni, mentre il suo utilizzo può essere richiesto dal regista laddove ci sia la ferma intenzione di proporre il/i personaggio/i con un’aura di coraggio o valore.

Il legame originario con il cinema ci fa pensare, quindi, ad una foto in piano americano di John Wayne o di Clint Eastwood, ma si può evolvere, come spesso accaduto, in dei valori morali totalmente differenti, se vogliamo opposti.

Ne fornisce un esempio il memorabile Heath Ledger in The Dark Knight del 2008, nel ruolo di Joker, con la regia di Christopher Nolan. Il genere cinematografico è quello del film trasferito da un fumetto, che per modelli e modus operandi è probabilmente figlio legittimo del western; il senso del piano americano preserva la base originaria, ma viene declinato con un punto di vista diverso.

Il Joker di Heath Ledger esprime coraggio e valore, ma dal valore pericoloso, di malvagità. Eppure, indirettamente lo spettatore viene messo in condizione di spaventarsi ma di difenderlo allo stesso tempo. E questo, forse, è anche merito di come un personaggio viene immortalato e inquadrato davanti agli occhi di chi osserva.

Il piano americano come ritratto fotografico di grandezza e celebrazione

In egual maniera, il piano americano viene impiegato più o meno nella stessa tipologia di cinema, laddove non si può e non si deve tralasciare l’azione in favore del sentimentalismo o viceversa.

Si provi a pensare a Gal Gadot nell’adattamento di Patty Jenkins di Wonder Woman nel 2017: l’impiego del piano americano esalta la forza femminile ed esplicita quindi una chiara inclusività, dove la grandezza e il valore non sono più esclusivamente maschili.

La forma e il mezzo restano gli stessi, sono la sostanza e lo scopo a cambiare: lo spettro di opportunità d’impiego della fotografia si allarga in uno spazio infinito di creatività, smuovendo l’interiorità degli spettatori con una rappresentazione dalle antiche radici ma dalle nuove declinazioni.

Sempre più frequentemente, nei lavori firmati DC ma anche Marvel, la definizione dei primordi e delle tecniche originarie del piano americano non esclude l’aspirazione a trasporne e rovesciarne i paradigmi.

Indimenticabile l’immagine diffusa dal celebre Avengers: Endgame, successo mondiale del 2019. L’ inquadratura mostra nella totalità sei personaggi donna, collocati a diverse distanze dal mirino, come comunica ad esempio la figura intera di Elizabeth Olsen.

Il sorprendente esempio di piano americano in questa scena si ravvede nelle quattro donne eroine che occupano la prima linea, immortalate dall’occhio dello spettatore in prima battuta: Letitia Wright, Pom Klementieff, Brie Larson, Gwyneth Paltrow.

Sebbene quasi nessuno si renda conto dell’impiego di una particolare tecnica fotografica quale il piano americano, né della sua importanza nel cinema, la modalità di organizzazione dello spazio e la volontà di congelare l’azione in questo modo raggiungono lo scopo di comunicare un determinato messaggio.

Attraverso la fotografia con piano americano, lo spettatore raccoglie la nota di eroismo che s’intende comunicare attraverso l’immagine dinamica e d’azione. A questo, si somma l’effetto di valore morale d’affermazione del ruolo femminile, acquisito e assimilato attraverso questa sperimentazione.

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Declinazioni di un genere sui generis

In taluni casi, l’esigenza di esibire un personaggio durante l’azione muove il lavoro del direttore della fotografia verso la ricerca creativa del giusto punto di vista.

Lo scopo, più o meno chiarificato, è quello di giungere a una descrizione più decisa del contenuto della situazione, ponendo l’accento su una precisa emozione e contagiando con essa lo spettatore.

A questo proposito, l’impiego del piano americano si declina inquadrando il soggetto da un punto di vista diverso: dal basso verso l’alto, con lo scopo di ingigantire ancor di più quell’espressione di grandezza, di valore, benevolo o malvagio a seconda dei casi.

Ne è un esempio Arnold Schwarzenegger in Terminator 2: Judgment Day, del 1991, con la regia di James Cameron.

Il piano americano compone e sviluppa il cinema western, ma nasce prima del western. Favorisce l’azione, ma non si spoglia delle emozioni. La tecnica fotografica è quindi basata sulla neutralità, poiché per decenni ha guardato solo l’uomo ma ad oggi non trascura la donna.

Una foto con piano americano custodisce un insieme di valori che possono essere interpretati dal punto di vista che più si predilige, vive negli anni e si evolve, adattandosi alle mode e facendo le mode.

Risulta quindi impossibile definirlo in maniera netta e restringere eccessivamente il campo, poiché ha servito e serve fedelmente ideali artistici e morali anche contrastanti fra loro: da Red River di John Wayne, passando per Quentin Tarantino ma senza tralasciare Luca Marinelli.

In un’ottica in cui fotografia e cinema nascono su basi differenti ma percorrono lo stesso cammino.

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