Esercizi di recitazione da fare a casa per sciogliere il corpo e la voce

Il Melograno | 13 Aprile 2025

Recitare non è solo un fatto di talento. È presenza, ascolto, consapevolezza, allenamento. E la buona notizia è che molto di questo si può allenare anche da soli, a casa, con semplicità, costanza e un pizzico di curiosità. In questo articolo ti proponiamo una serie di esercizi pratici di recitazione da fare a casa, pensati per sciogliere il corpo, liberare la voce, risvegliare la presenza scenica. Che tu sia all’inizio del tuo percorso o già in cammino, questi esercizi ti aiuteranno a tenere viva l’energia dell’attore anche nei giorni senza prove o lezioni. E se cerchi un luogo dove allenarti, scopri il nostro corso di recitazione a Roma.

Il corpo: la prima casa dell’attore

Cominciamo dal corpo. Perché il corpo è la prima casa dell’attore. È attraverso il corpo che ascoltiamo, reagiamo, raccontiamo. Ed è il corpo che spesso, durante la giornata, si irrigidisce, si contrae, si addormenta. Il primo esercizio che ti proponiamo si chiama “doccia di consapevolezza”. Si fa in piedi, a occhi chiusi, in un luogo tranquillo. Immagina che una doccia immaginaria stia scendendo lentamente dalla tua testa ai piedi. Mentre l’acqua scende, porta l’attenzione su ogni parte del tuo corpo: fronte, occhi, mascella, collo, spalle, braccia, dorso, addome, gambe, piedi. In ognuna di queste zone, prova a lasciare andare le tensioni. Inspira ed espira lentamente. L’obiettivo non è fare, ma sentire. Svegliarsi.

Un altro esercizio semplice ma potente si chiama “camminata neutra”. Cammina per la stanza a passo lento, con uno sguardo morbido e un respiro fluido. Lascia che ogni parte del corpo si muova con naturalezza. Prova a togliere intenzione, personalità, giudizio. Diventa neutro, come se fossi un foglio bianco. Questo esercizio serve a riportare il corpo in uno stato di ascolto puro, pronto a trasformarsi.

La voce: ponte tra dentro e fuori

Quando il corpo è caldo e presente, si può passare al lavoro vocale. La voce è il ponte tra il nostro mondo interno e quello esterno. Ed è uno strumento delicato, potente, espressivo, che va risvegliato con cura. Uno dei modi più semplici per iniziare è lo sbadiglio sonoro. Prova a sbadigliare lentamente, lasciando uscire un suono profondo e grave. Ripeti più volte. Questo movimento rilassa la gola, apre il diaframma e riscalda le corde vocali.

Un altro esercizio utile è il “moto ondoso”. Si parte da un suono grave (tipo un mmmm o un aaa) e lo si lascia salire e scendere, come un’onda. L’obiettivo non è cantare ma esplorare le variazioni di altezza e volume con dolcezza, senza forzare. Puoi anche provare a camminare mentre vocalizzi, per integrare movimento e suono.

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Allenare la dizione e l’articolazione

Per articolare meglio le parole, puoi dedicarti a qualche esercizio di dizione. Il più classico: scioglilingua! Scegline uno semplice (“Trentatré trentini entrarono a Trento…”) e ripetilo più volte, prima lentamente, poi con ritmo crescente. Lavora su ogni consonante, ogni vocale, ogni pausa. La chiarezza è sorella della presenza.

Un esercizio molto amato anche dagli attori professionisti è quello delle vocali esplorate. Si prende una vocale (ad esempio la A) e la si pronuncia in diversi modi: lunga, breve, grave, acuta, cantata, sussurrata, urlata, parlata. Si esplora l’emozione legata a ogni suono. Lo stesso si fa poi con E, I, O, U. Questo lavoro apparentemente semplice apre un mondo: quello della voce emotiva, viva, personale.
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Risvegliare la presenza scenica

Una volta che corpo e voce sono svegli, puoi dedicarti alla parte più creativa: la presenza scenica. Un buon esercizio è la “ripetizione empatica”. Prendi una frase qualsiasi (es. “oggi è una giornata di sole”) e ripetila più volte, ogni volta con un’intenzione diversa: gioia, rabbia, noia, mistero, ironia, tristezza. L’esercizio serve a scoprire come cambia il senso di una frase a seconda del colore emotivo che le diamo.

Un altro esercizio creativo è il “monologo improvvisato”. Prendi un oggetto qualsiasi dalla stanza (una tazza, un libro, una penna) e inizia a parlargli. Immagina che rappresenti qualcosa o qualcuno della tua vita. Lascia fluire parole, immagini, emozioni. Non censurarti. Stai solo esplorando. E se ti diverte, registra l’audio o il video: potresti sorprenderti.

Il silenzio: l’arte dell’ascolto

Infine, un esercizio fondamentale ma spesso sottovalutato: il silenzio. Mettiti seduto, respira, ascolta. Il silenzio non è assenza: è spazio. È il luogo dove nascono le intuizioni, le immagini, le presenze. Un attore che sa stare nel silenzio è un attore che sa ascoltare, accogliere, sorprendere.

Creare una routine personale

Puoi costruire la tua routine personale combinando questi esercizi in una sessione di 20-30 minuti. Per esempio: 5 minuti di doccia di consapevolezza, 5 di camminata neutra, 5 di risveglio vocale, 5 di articolazione, 10 di esplorazione creativa. Oppure puoi scegliere un solo esercizio al giorno, a rotazione.

L’importante è mantenere viva l’abitudine. Anche pochi minuti al giorno possono fare la differenza. Non si tratta di “esercitarsi” per forza di volontà, ma di creare uno spazio tutto tuo, in cui ritrovare il piacere del gioco, della scoperta, della trasformazione. Fare teatro non è solo andare in scena. È un modo di abitare il mondo. E ogni piccolo esercizio fatto a casa, ogni respiro consapevole, ogni suono giocato, è un seme di presenza che portiamo con noi, dentro e fuori dal palco.

Allora scegli un angolo tranquillo, spegni le notifiche, e lasciati attraversare. Non servono grandi strumenti. Solo un po’ di tempo, un pizzico di fiducia, e la voglia di sentire. Il corpo sa. La voce sa. E tu, sai già da dove partire.

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